Out of the Blue – “Pirate Queens”

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Un album dedicato alle storie delle piratesse al loro coraggio e al loro esempio di autodeterminazione

Dieci tracce in cui la musica scritta e interpretata da Giovanni Pollastri e Annie Saltzman Pini diventa un epico sottofondo alle loro gesta. “Pirate Queens” è un album dedicato alle donne pirata realmente esistite, che hanno combattuto fianco a fianco con i leggendari pirati della storia, lasciando un marchio indelebile nel mondo della pirateria.

I dieci brani raccontano le avventure di alcune tra le figure più leggendarie grazie alla particolarissima voce di Annie Saltzman Pini, nata a New York City, che ha saputo interpretare il carattere e lo spirito di queste donne. Giovanni Pollastri ha invece prodotto e suonato quasi tutti gli strumenti presenti nelle registrazioni. Entrambi vivono a Milano.

Non solo, “Pirate Queens” è un viaggio musicale fra storia e territori, dall’irlandese Anne Bonny, attraversando l’Atlantico, a Jeanne de Belleville, conosciuta come la Leonessa di Bretagna; da Sadie Farrel, una gang leader che compiva atti di pirateria lungo il fiume Hudson a Manhattan, a Sayyida Al Hurra, una Pirate Queen del Mediterraneo, solo per menzionarne alcune. Ogni brano è dedicato a una piratessa descrivendone le gesta, a volte narrando la storia della sua vita, a volte soffermandosi più sul carattere e sul difficile rapporto con un mondo, quello della pirateria, totalmente maschile, dove non veniva dato alcuno spazio alle donne per emergere.

Il progetto nasce con il duplice intento di proporre un contenuto che possa essere di interesse culturale, o anche semplicemente di intrattenimento, ma con un focus sulla parità di genere in un ambiente così difficile, complesso e maschilista come è stato la pirateria. Una rivalsa che ai giorni nostri inizia già nel rispondere alla domanda: «Ma esistevano le piratesse?». Lo strumento più importante utilizzato in questo progetto, quindi, non è suonato all’interno dei brani, ma è l’immaginario che si crea nell’ascoltatore, avendo utilizzato la loro sensibilità e suonato la loro mente.

Track by track

https://direzione816.wixsite.com/biografiedcod/outoftheblue

Giovanni Pollastri

Musicista polistrumentista, compositore, produttore e arrangiatore, nasce a Milano nel 1967. La passione per la musica lo porta ad avere sin da bambino il suo strumento, una batteria. Cresce affascinato dalle ritmiche dei dischi dei Led Zeppelin, dei Deep Purple, dei Grand Funk e della PFM e ascoltando David Bowie, Beatles, Rolling Stones, Battisti, Guccini, De Gregori, Finardi, PFM. Successivamente, con l’arrivo del punk e della new wave, decide di imbracciare la chitarra e il basso e scopre ulteriori stimoli nella soul music, nel blues e nel R&B di Aretha Franklin, Otis Redding, Ray Charles e altri grandi nomi che lo spingono a creare le prime band e suonare nei locali milanesi verso la seconda metà degli anni Ottanta. L‘incontro con numerosi addetti ai lavori in ambito musicale lo porta a collaborare con artisti di fama internazionale, anche per semplici apparizioni televisive, tra cui Joe Cocker, Anastacia, Geri Halliwell, Andy Summers, Fernando Saunders e Lou Reed (con questi ultimi due nel 2011 realizza anche un brano presente nell’album di Saunders ‘Happiness’, edizioni VideoRadio/Rai Trade). Il nome di Giovanni Pollastri è presente su numerose release in veste di produttore, autore, collaboratore o semplicemente nei ringraziamenti per il supporto dato in fase di realizzazione del progetto (lo trovate anche nel box definitivo in vinile dei Police, collabora con Stewart Copeland dal 2002). Giovanni Pollastri è anche un addetto ai lavori, avendo lui stesso lavorato con numerose etichette discografiche, sia major che indipendenti, oltre a essere stato tour manager e addetto ufficio stampa di numerosi artisti in ambito locale e internazionale. In ambito editoriale ha scritto tre libri dedicati a Sting & The Police. Nel disco “Pirate Queens” Giovanni è compositore, arrangiatore, produttore e suona tutti gli strumenti ad eccezione di alcuni ospiti al violino, alle percussioni e all’organetto. Il 24 febbraio esce “Anne Bonny”, primo singolo estratto dall’album “Pirate Queens”.

Annie Saltzman Pini

Cantante, compositrice e autrice, nata a New York e cresciuta tra le melodie di Broadway. La sua eclettica cultura musicale spazia da Harry Belafonte e Ma Rainy a Mott The Hopple e Emerson, Lake & Palmer. Debutta alla Carnegie Hall all’età di dodici anni come cantante in un coro ed è lì che nasce l’amore per il palco. I primi brani iniziano a scriverli all’età di dieci anni. Studia Film e Performing Arts al Bard College e si laurea alla New School a Manhattan. Lavora ai Bearsville Studios a Woodstock dove incontra Joe Cocker e Bobby Keys. Trasferitasi a San Francisco nei primi anni Ottanta, conosce un gruppo di musicisti italiani che la invitano a Milano a unirsi a loro come cantante. Il primo anno lo trascorre in una casa occupata insieme al gruppo punk-rock al femminile Remote Control, suonando nella cerchia della scena underground di Milano. Si unisce successivamente ai Casbah, band che vince il Camel Trophy come “Miglior band emergente italiana” a cui viene data la possibilità di aprire i concerti di Vasco Rossi e Joe Jackson. In contemporanea inizia anche a collaborare con Lu Colombo e il produttore Franco Godi, che le propone di cantare per alcuni jingle pubblicitari. Nei primi anni Novanta incontra Giovanni Pollastri con cui nasce un’ottima alchimia sia artistica che personale. Formano la band Street Tease, dalle tipiche sonorità grunge, e dopo lo scioglimento decidono di continuare a collaborare insieme fino ai giorni nostri. Il 24 febbraio esce “Anne Bonny”, primo singolo estratto dall’album “Pirate Queens”.

Etichetta/Distribuzione Digitale: LowCoost Records

Facebook: https://www.facebook.com/OutOfTheBluePirateQueens

Instagram: https://www.instagram.com/outoftheblue_pirates/

Youtube: https://www.youtube.com/@OutOfTheBlue_PirateQueens

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Zio Fella – “Pollicino”

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L’ironico esordio della band milanese

Un gruppo di amici, la voglia di ridere e scherzare narrando situazioni al limite del politicamente corretto. Il primo singolo dell’album “Strazio”, esordio di Zio Fella, si ispira all’omonima fiaba, che offre al single, protagonista del pezzo, l’esilarante soluzione a un imbarazzante e comune problema. Un esercizio ludico musicato con la goliardia tipica di questo gruppo di amici che raccontano le loro storie esattamente come lo facevano da ragazzini, quando hanno iniziato a suonare insieme. “Pollicino” è un brano pop rock che si inserisce direttamente nel panorama musicale “ironico demenziale”: testi sempre in rime perfette sostenuti da una musica accattivante (talvolta con citazioni o omaggi a famose hits del passato), per narrare situazioni spesso al limite del politicamente corretto.

Gli Zio Fella sono, prima di tutto, amici che suonano insieme. Giovanissimi nell’anima e amanti di generi musicali diversi, cercano di fondere le passioni di ciascuno dei sette per offrire pezzi accomunati dall’ironia e dalla narrazione paradossale, che sfocia talvolta in satira sociale.

Alessio e Giancarlo (voci) propongono idee o brani che vengono elaborati, stravolti, arrangiati e suonati insieme ad Alessandro (chitarre) Eugenio (batteria), Fulvio (coro), Marco (tastiere) e Maurizio (basso).

Zio Fella sono:

Alessio e Giancarlo – voci

Alessandro – chitarre

Eugenio – batteria

Fulvio – coro

Marco – tastiere

Maurizio – basso

Etichetta: Rusty records

Instagram: https://instagram.com/zio.fella?igshid=YmMyMTA2M2Y=

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Zio Fella – “Pollicino”

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L’ironico esordio della band milanese

Un gruppo di amici, la voglia di ridere e scherzare narrando situazioni al limite del politicamente corretto. Il primo singolo dell’album “Strazio”, esordio di Zio Fella, si ispira all’omonima fiaba, che offre al single, protagonista del pezzo, l’esilarante soluzione a un imbarazzante e comune problema. Un esercizio ludico musicato con la goliardia tipica di questo gruppo di amici che raccontano le loro storie esattamente come lo facevano da ragazzini, quando hanno iniziato a suonare insieme. “Pollicino” è un brano pop rock che si inserisce direttamente nel panorama musicale “ironico demenziale”: testi sempre in rime perfette sostenuti da una musica accattivante (talvolta con citazioni o omaggi a famose hits del passato), per narrare situazioni spesso al limite del politicamente corretto.

Gli Zio Fella sono, prima di tutto, amici che suonano insieme. Giovanissimi nell’anima e amanti di generi musicali diversi, cercano di fondere le passioni di ciascuno dei sette per offrire pezzi accomunati dall’ironia e dalla narrazione paradossale, che sfocia talvolta in satira sociale.

Alessio e Giancarlo (voci) propongono idee o brani che vengono elaborati, stravolti, arrangiati e suonati insieme ad Alessandro (chitarre) Eugenio (batteria), Fulvio (coro), Marco (tastiere) e Maurizio (basso).

Zio Fella sono:

Alessio e Giancarlo – voci

Alessandro – chitarre

Eugenio – batteria

Fulvio – coro

Marco – tastiere

Maurizio – basso

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Ginez e il bulbo della ventola – “Ho visto gente”

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Il singolo che precede il nuovo album e terzo in studio della band ligure

Un brano di denuncia contro l’isolamento tecnologico con Simone Rossetti Bazzaro ai violini, Luciano Macchia al trombone e Raffaele Kohler alla tromba. “Ho visto gente” è un manifesto più che una canzone. Una denuncia nei confronti di una società completamente succube dell’isolamento tecnologico, costretta a sopravvivere in un gigantesco “Truman show” dove l’omologazione, la superficialità e l’indifferenza regnano sovrane.

Nel brano il protagonista urla il proprio bisogno di distaccarsi dal mondo, vorrebbe scappare anche se tra le righe si può intuire che la fuga è diventata quasi impossibile.

È un sistema in cui sono stati trasformati i valori umani con la vittoria del “transumanesimo” travestito da perfetta democrazia. Un mondo oramai che ha fatto dell’imbecillità la propria bandiera, mascherandosi con le sembianze della tolleranza e abusando della retorica sversata a fiumi da televisioni e giornali.” Ginez e il bulbo della ventola

La canzone è stata registrata a Injun Studio di Davide Galletti. Simone Rossetti Bazzaro accompagna il tutto con i suoi violini, mentre al trombone c’è Luciano Macchia e alla tromba Raffaele Kohler. “Sambuca Sunrise” è il terzo album registrato in studio di Ginez e il bulbo della ventola. A differenza dei due album precedenti il gruppo si è circondato di altri strumenti e musicisti. Il percorso in studio è durato un anno e l’intenzione della band era proprio quella di prendersi il tempo necessario per esprimere esattamente quelle che erano le loro idee per questo disco.

Ginez e il bulbo della ventola è una band ligure che nasce nel 2016.

Ginez alla chitarra e voce e autore dei brani, Daniele Duchini al basso e Gianni Licini alle percussioni. Nel 2017 al posto di Licini entra Roberto Ascoli e successivamente si aggiunge Fabio Pollono alla chitarra solista. Esce il primo album “Canzoni, bottiglie e altre battaglie” che riscuote molti apprezzamenti da parte degli addetti ai lavori. Nel 2019 la band pubblica “L’ultima cena”, un album più intimista del precedente registrato in due giorni in “presa diretta”. A fine 2019 al posto di Fabio Pollono arriva Aliano de Franceschi. Il gruppo, oltre a molti concerti live, ha partecipato a diverse manifestazioni, finalisti al “Varigotti Festival” e vincitori al “Rockantina Contest” di Inveruno e al “Giovani Musicisti Contest” di Beinasco. La band ha calcato palchi importanti come quello del “Tenco Ascolta” e del festival “Su La Testa”. Nel 2020 Ginez e il bulbo della ventola si aggiudicano il “Premio Social VIC” miglior video musicale autoprodotto 2020 scelto dal pubblico, per il videoclip “La Vanvera”. Per il 2023 è prevista l’uscita del nuovo album, anticipato dalla pubblicazione di Benzene (20 gennaio) e Ho visto gente (10 marzo).

Ginez e il bulbo della ventola

Ginez – chitarra e voce

Daniele Duchini – basso

Roberto Ascoli – percussioni

Aliano de Franceschi – chitarra

Youtube: https://bit.ly/2rCTrqS

Facebook: https://bit.ly/2IuedDP

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“Vento e polvere” di Ivan Zannini

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Fuori il nuovo singolo dell’artista 

Ivan Zannini è un’Artista di 26 anni che rappresenta il classico cantautore autodidatta che riesce a raggiungere una grande professionalità grazie al suo talento innato. 

Ivan dice di sé: Sono un ragazzo libero, libero di pensiero ed emano le mie energie nella musica così come nel disegno, infatti a volte dedico del tempo nel fare ritratti che definisco “l’anima dell’arte”. Adoro viaggiare, scoprire nuove culture, esplorando nuove tradizioni e visitando questo posto galattico chiamato “mondo”. Definisco il mondo come Madre Terra, “La vita di tutte le vite”, ed anche se è buffo pensarci, è stata la prima cosa ad esistere prima di noi. Ho l’intenzione di raccontare le mie storie dando voce ai silenzi attraverso la musica. Questo il mio concetto: tutti siamo Musica. Se la Musica è un’emozione, mi dico “allora emozionati e sarai musica”. Ho iniziato nel comporre musica e scrivere testi all’età di 14 anni. Spesso sentivo il bisogno di mostrare amore ma non riuscivo a farlo normalmente fino a che ho scoperto la scrittura; lo scrivere canzoni ed il condividerle mi permette di donare amore. 

La musica per me è una vibrazione con una frequenza elevatissima che penetra nell’anima, con il potere di risvegliare la coscienza. Con questo stato d’animo ho scritto “Vento e polvere” che è una canzone dedicata a mio nonno, al suo ricordo che vive dentro di me con una presenza reale che mi guida. La musica mi purifica delle paure come nel caso dei distacchi e delle perdite, placando le tristezze mentre con la sua forza mi illumina d’amore… ed è quello che voglio trasmettere come mio messaggio in questa mia canzone che parla della forza dell’amore nei legami veri che ci formano nel nostro cammino di vita”. Grazie al supporto dell’Etichetta Sonos Music Records ed al lavoro della Corrado Productions, Ivan oggi si presenta con il suo brano ed il suo video nella sica della grande tradizione italiana di musica leggera.

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©2023 Maffucci Music (Canio Rosario Maffucci) – Vento e polvere  (Ivan Zannini) 
(P)2023 “SONOS MUSIC records” (MAFFUCCI MUSIC) under direct License by the Artist 

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Sergio Borsato – “Liberi e Forti”

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La title track del nuovo album

La narrazione di una commedia umana, troppo spesso sottovalutata nel suo vero desiderio di pace e prosperità. Sull’orizzonte crepuscolare del dramma collettivo che il mondo sta vivendo, si chiude il capitolo di un percorso che ha coinvolto Borsato negli ultimi due anni, conoscendo narratori e sognatori, che hanno raccontato le loro difficoltà, le loro paure e il loro sgomento. Sono operai, contadini, intellettuali, studenti, donne, e uomini, consapevoli dei troppi errori che la nostra specie continua compulsivamente a fare, che si stanno riunendo sotto l’egida di una sola e insostituibile parola: Pace.

“Per me è importante scrivere quello che nel mio percorso ho vissuto e visto, con la speranza che, magari, qualcuno si prenda la briga di leggere e ascoltare non una, ma ben due, tre volte. E spero anche di affidare queste mie parole, questi pensieri in fila, disordinatamente costanti, a chi ha sogni che bruciano da svegli” Sergio Borsato

Sergio Borsato nasce in Svizzera nel 1962. Figlio di immigrati veneti, trascorre la sua infanzia in parte con i nonni paterni, a Cartigliano – un ridente paesino della campagna veneta alle porte di Bassano del Grappa situato sulle sponde del fiume Brenta – e in una piccola cittadina svizzera vicino a Zurigo.

A 6 anni inizia a suonare l’armonica a bocca e a 10 il padre gli regala la prima chitarra, una sei corde spesso a cinque… Pink Floyd, Eagles, America, Crosby e gli italiani De Andrè, Bubola, De Gregori, Guccini, Bertoli, Vasco lo accompagnano. Inizia a scrivere la prime canzoni nel 1978, all’età di 16 anni. A 18 anni inizia a frequentare circoli filologici locali e, a Bassano del Grappa, conosce e frequenta il poeta scomparso Gino Pistorello con il quale inizia un interscambio di idee linguistiche e culturali. Prende coscienza che il Veneto è una lingua di trasferimento e di appartenenza e inizia a scrivere le prime canzoni in coiné Veneta. Collabora con vari gruppi musicali locali e nel 1986-87 si avvicina a gruppi che perseguono finalità autonomiste ed indipendentiste ed è in questo ambiente che nascono le prime idee musicali. Borsato riesce comunque a destare l’attenzione degli addetti ai lavori. Nel 1999 inizia il suo primo tour musicale che lo porta in 15 città, pubblicando in seguito l’album “live tour 1999”. Nel 2001 con la nuova casa di produzione musicale indipendente Daigo Music Italia srl dà vita al primo grande progetto discografico “La strada bianca”. La scelta dei musicisti ricade su nomi di maggior prestigio nazionale ed internazionale quali Andrea Braido alle chitarre (Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Mina, Celentano, etc), Massimo Varini, alle chitarre (Nek, Laura Pausini, etc), Davide Ragazzoni alla batteria (Branduardi), Stefano Olivato al basso (Patty Pravo), oltre ad una serie di musicisti molto bravi tra i quali Marco Fanton (chitarre) e Alessandro Chiarelli (violino). Nel 2003 Sony Music Italia, ascoltato l’album, avvicina l’artista e decide di distribuirlo in tutta Italia e all’estero con un contratto in esclusiva: Germania, Svizzera, Francia, Stati Uniti, etc. L’album, che desta molto interesse anche da parte della stampa internazionale, viene recensito tra l’altro su America Oggi, il piú importante quotidiano americano dedicato agli italiani all’estero, oltre che su varie testate nazionali. Rai 2, nel settembre 2004, lo vuole come ospite al Follia Rotolante Tour, nella tappa di Lido degli Estensi. Il primo singolo dell’album “La strada bianca” viene programmato da numerose emittenti radiofoniche italiane. Nel 2008 è fra gli autori “Freedom” programma di Rai 2 interamente dedicato alla musica, in onda in seconda serata (a mezzanotte e quaranta). Nel 2022, dopo circa 15 anni di pausa, Borsato ritorna con un nuovo singolo, “La bambina di Kiev”, mentre il 2023 è iniziato con la pubblicazione di “BIRKENAU – Unter dem blau” e di “liberi e forti” title track del nuovo album la cui pubblicazione è prevista il 17 marzo.

Etichetta: Multiforce

Facebook: https://www.facebook.com/sergio.borsato/

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Liba – “Sola”

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L’esordio radiofonico del giovane autore

Sonorità pop, con sfumature dance e funk danno al brano un ritmo incalzante, influenzato da tradizioni musicali multiple. Una storia d’amore che prende vita da una scena immaginata: l’artista, nella realtà timido e introverso, si immagina sicuro di sé e sfacciato mentre prova ad approcciarsi ad una ragazza. Il brano nasce così, in una classica giornata di brainstorming musicale, canticchiando melodie davanti al microfono registrando ciò che arriva istintivamente, seguendo la “magia del momento”.

“Una volta ascoltata la chitarra della strumentale del brano mi sono detto “Non ti lascio sola” ed è proprio intorno a questa espressione che ho realizzato il resto della canzone sviluppando questa sorta di conversazione con una ragazza.” Liba

Liba nasce nel febbraio 2001 a Vizzolo Predabissi e vive a Dan Donato Milanese, in provincia di Milano, da padre libanese e madre palestinese. La sua passione per il mondo della musica prende vita durante l’infanzia ascoltando diversi generi provenienti da svariate parti del mondo, agevolato anche dalla presenza di diverse culture nella sua famiglia. A soli 12 anni, tocca la sua prima console da DJ e inizia a familiarizzare con la musica elettronica. Durante i primi anni delle superiori, comincia a produrre le sue prime basi, ampliando la gamma di generi musicali su cui lavorare. Durante questo periodo nutre sempre una passione per il canto e sente la necessità di esprimersi al meglio attraverso questa forma d’arte, così, alla fine delle superiori, comincia a creare i suoi primi brani inediti. Nonostante sia sempre stato timido e avesse difficoltà ad esprimere i suoi sentimenti, con le sue canzoni riesce a narrare ciò che prova veramente senza alcun vincolo, ed è così che la musica diventa per lui essenziale.

Instagram: https://www.instagram.com/liba.wav/

TikTok: https://www.tiktok.com/@liba.wav

YouTube: https://www.youtube.com/@libawav

Spotify:https://open.spotify.com/artist/2OVPC6DCsAabePC5wslHQF?si=EiJSdr4wThCP-xEV5obHoQ

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Gli Holy Shire firmano per Ghost Record

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La band torna in studio per il nuovo e attesissimo album

Gli Holy Shire entrano nel roster della Ghost Record per la promozione e distribuzione del nuovo album che attualmente è in fase di realizzazione. La band ha pubblicato l’album “The Legendary Shepherds of the Forest” disponibile in digitale e in formato fisico negli store della label e via Crashsound distribution.

Caratteristica di questo album è la presenza di quattro voci che si affiancano a Aeon, quattro amiche artiste che hanno collaborato in differenti modi e momenti nella evoluzione dei dieci brani: Masha Mysmane che canta nel singolo con il suo graffiante inconfondibile timbro e ne ha curato la produzione, arrangiamento e mix, Simona Aileen Pala che, dopo aver fatto parte per un anno della band, ha dato vita alla più versatile versione della voce dell’unicorno, da contrapporre alla voce del drago interpretata da Aeon, contribuendo anche alla stesura di alcune melodie e parte dei testi. Francesca Chi con un’esperienza principalmente di canto lirico e Lisy Stefanoni, ex-frontwoman della band metal italiana Evenoire (ora Shadygrove), hanno collaborato intrepretando con le loro caratteristiche peculiarità i restanti brani. Firmato il contratto di distribuzione con Heavy Metal Records (Revolver Records) UK, l’album è uscito il 26 ottobre 2018 accompagnato dai video dei singoli: l’omonimo “The Legendary Shepherds of the Forest” (lyric video curato da Roberto del Piccolo con disegni di theMaxx) e di “Danse Macabre” girato e montato da Francesco Collinelli (Framers). La copertina come per “Midgard” è stata ideata e realizzata dal batterista theMaxx.

Tracklist

The Source (Intro)

Tarots

Danse Macabre

The Legendary Shepherds of the Forest

Princess Aries

Ludwig

At the Mountain of Madness

The Gathering

Inferno

Ophelia

The Lake

La band si racconta

A distanza di quattro anni dall’uscita del nostro album di esordio “Midgard” (Bakerteam Records, 2014), è uscito nel 2018 il nostro secondo album, intitolato “The Legendary Shepherds of the Forest”, scritto con differenti musicisti nella band e nuove collaborazioni. Nuovi chitarrista e flautista nella formazione hanno contribuito ad arricchire di differenti sfumature la nostra musica e la produzione artistica a cura di Masha Mysmane (Exilia) di tre brani, tra cui il singolo “Danse Macabre”, hanno caratterizzato il lavoro. Il suo prezioso intervento ci ha permesso di centrare meglio i valori dei tre brani scelti (Danse Macabre/The Legendary Shepherds of the Forest/At the Mountains of Madness) e crescere nella composizione e nell’arrangiamento di tutto l’album. Le orchestrazioni sinfoniche sono state curate da Federico Maffei (Folkstone) che ha aggiunto il respiro fantasy in molti brani, con qualche eccezione dove tastiere e orchestra erano già definite (The Legendary Shepherds of the Forest/At the Mountains of Madness/Princess Aries/Ophelia). I brani si ispirano a temi fantasy (The Legendary Shepherds of the Forest/The Gathering ispirati al Signore degli Anelli) con qualche suggestione storica (Ludwig/Danse Macabre) e qualche spunto che arriva dalla contemporaneità (Princess Aries/The Lake), ma la narrazione si mantiene comunque nel mondo dell’immaginario.

LINE UP

Erika FerrarisAeon – Dragon Vocals

Giulia FioreJulie – Unicorn Vocals

Chiara BrusaKima – Flute

Mattia StiloTia – Guitar

Stefano ZuccalaSte – Guitar

Leonardo SgangaLeo – Bass and Cello

Massimo PiantaTheMaxx – Drums

La passione per il mondo fantasy e l’imprescindibile necessità di esprimersi attraverso la musica ha fatto nascere nel 2009 gli Holy Shire, da un’idea di TheMaxx (batterista) alla quale ha subito aderito Aeon (dragon vocals), entrambi parte di un precedente progetto di inediti di fine anni ’90. Il concept artistico si basa sulla commistione di differenti generi musicali che spaziano dal metal melodico epico alle suggestioni celtiche e folk, passando da influenze power e prog, arricchito dal gusto per la musica cinematografica e per le colonne sonore. Testi e musica raccontano storie fantastiche, con omaggi assidui al “mondo tolkieniano”, ma anche qualche spunto legato a leggende o al fascino di vicende storiche antiche, per portare l’ascoltatore in un mondo lontano dalla realtà, in un viaggio sensoriale suggestivo e magico. La formazione è più volte cambiata negli anni e attorno ai fondatori si sono avvicendati vari musicisti e cantanti, ma la caratteristica permanente della band è avere due voci femminili con differenti stili vocali e un flauto traverso nella line up, oltre alla classica formazione metal. L’ auto-produzione musicale ha dato la luce ad un iniziale demo, seguito da un digital EP e due album “Midgard” (Bakerteam Records, 2014) e “The Legendary Shepherds of the Forest” (Heavy Metal Records, 2018), portati live in innumerevoli show in locali rock/metal e festival a tema. Il 2023 è l’anno del ritorno in studio per la registrazione del terzo album con 10 nuove canzoni.

Facebook: https://www.facebook.com/HOLYSHiRE

Instagram: https://www.instagram.com/holy_shire/

Spotify:https://open.spotify.com/artist/7rMNdtdMtFwKYK4wnyYTa7?si=PQurpNVSS9-8EWFTsz21ng

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DCOD Communication – Ufficio stampa musicale nazionale

promostampa@dcodcommunication.it

Moneamour – Grande

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“Grande” è l’inno per chi vuole diventare grande

“Grande” è un inno per chi vuole crescere, per chi lotta contro i demoni che ha dentro, contro sé stesso e la propria indole autodistruttiva.

«Grande, volevamo diventarlo da bambini per poi capire che non bastava per essere felici.» Moneamour

Etichetta: Orangle Srl –
https://www.oranglerecords.com

Moneamour, classe ’94, è nato e cresciuto nella periferia milanese, precisamente Gratosoglio.

Rapper dalle sonorità più soft e chill rispetto alla scena attuale, ma non per questo meno incisivo, improntato al racconto di ciò che gli circonda attorno.

Inizia a scrivere all’eta di 15 anni, ma registrerà i suoi primi pezzi solo anni dopo.

CONTATTI SOCIAL

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MEK – Ripensandoci

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Il nuovo brano pop urban dell’artista di origini indiane

“Ripensandoci” è una canzone d’amore, un’espressione di sentimenti intensi e talvolta incerti, che provoca la persona a cui è dedicata questa traccia. La sintesi di una relazione ormai arrivata al termine.

Etichetta: Orangle Srl –
https://www.oranglerecords.com

Mek, nome d’arte di Mehakpreet Singh, classe 2000, vive in Italia da quando ne aveva cinque. Inizia a pubblicare da indipendente caratterizzandosi per sonorità pop urban, cantante in italiano, che spesso e volentieri vengono influenzate dal suo background indiano.

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