È anche un video il nuovo singolo del cantautore di Treviso
Il video di “Penso a te”, ideato e prodotto da Milkit Film, racconta un viaggio interiore, una festa dentro la testa che permette di immaginare se stessi in modi differenti nello stesso istante, in base a come ci sentiamo. A rappresentare graficamente questo concetto sono primarie le scene in cui lo schermo è tagliato in tre parti, con Francesco che indossa tre outfit diversi.
“Penso a te” è un viaggio interiore, nato in un periodo pieno di bellezza e confusione. Siamo tutti viaggiatori nel nostro mondo interiore. Un mondo spesso complicato, duro, difficile da comprendere a causa di quel rumore assordante che pesa sulle nostre vite.
Francesco Dal Poz è un cantautore e polistrumentista di Treviso classe 1995.
La musica lo accompagna da sempre: a 9 anni scrive le prime canzoni e passa l’adolescenza tra lo studio di registrazione e i palchi. Giovanissimo vince il “Premio della Bontà” per l’impegno sociale manifestato coni concerti. A 21 anni firma il suo primo contratto discografico con un’etichetta indipendente che produce il singolo “Te”, presentato successivamente ad Area Sanremo. Tra i 22 e i 24 anni pubblica sette singoli e si esibisce con la band in Veneto, Lombardia, Piemonte, EmiliaRomagna, Abruzzo, Marche, Puglia e Sardegna. Sul suo lavoro escono articoli in svariati giornali e portali tra cui SkyTg24 ed interviste e passaggi radiofonici in decine di radio a livello locale e nazionale tra cui Rai Radio1; viene inoltre ospitato su Rai 2 e su TV2000.
Condivide il palco con Zero Assoluto, Iva Zanicchi, Ronnie Jones, Damien Mc Fly. A 26 anni pubblica l’album “Zero” con BeNEXT/Sony Music Italia, affiancato dal produttore artistico Roberto Visentin. Oggi continua il suo percorso come cantautore, autore e produttore, pubblicando il singolo “Penso a te” con ADA Music Italy/Warner Music.
Un concept dalle tinte nostalgiche che attraversa varie generazioni
La storia della composizione di “Shulligam” che ha unito il mio mondo di Dj Thedo con melodie e arrangiamenti provenienti dal mondo classico, grazie a degli archi che hanno impreziosito il tutto donando pathos e solennità, ha origine diverso tempo fa quando fu scelta come colonna sonora del cortometraggio “Arika&Neil” tratto da “La leggenda di Kaira”, prodotto, diretto e interpretato da Emanuela Del Zompo e presentato alla 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Da lì l’artista ha sentito il bisogno di completare l’emotività del brano tramite anche un videoclip per rappresentare in toto ciò che non era riuscito ad esprimere da dj e compositore con la musica. Dj Thedo sperava che le immagini avrebbero aiutato a rendere più fruibile e comprensiva l’idea iniziale del brano che sin dall’inizio era ben chiara nella sua mente.
Una esigenza non solo quindi discografica e promozionale, ma intima e sincera, rafforzata da una forte richiesta e personale curiosità su quale direzione avrebbe portato questa evoluzione ad impreziosire un lavoro su cui già si era espresso tanto.
Durante il periodo della pandemia con la forzata clausura domestica ascoltando una storica collaborazione di Dj Carl Craig con un’orchestra sinfonica, l’artista si è chiesto: “Ma perché non creare un pezzo con un’orchestra d’archi?” Dovendo considerare le difficoltà di comporre e registrare con un’intera orchestra Dj Thedo chiese al Trio Improvviso che aveva ascoltato ed estremamente apprezzato in una serata. E da questa idea nacque il tutto.
Infatti, l’esperimento strumentale di Shulligum ha poi creato grande interesse nel mondo dell’arte e in diverse direzioni. Tra i tanti artisti, è stato colpito Giovani Bufalini, regista umbro. Dal casuale incontro in un bar orvietano, si sono ritrovati sul set romano di Setup Studio. Qui tra consolle, gommine da cancellare e attori, una volta preparata la troupe, è stata realizzata la sceneggiatura del videoclip sulla musica assieme al Trio Improvviso. Diverse erano state le proposte di sceneggiatura e regia per il brano Shulligum, ma quella di Giovanni Bufalini è stata quella che, per creatività e unicità di idea, ha colpito di più Dj Thedo. Importante è stato poi il crederci di Barlozzini, interior designer, nome storicamente affermato in Italia per i suoi importanti arredi, che ha voluto finanziare il progetto.
L’idea del music video di Giovanni Bufalini è contenuta nel titolo stesso del brano musicale. Gli anni ’80 hanno iconograficamente un simbolo, tra i molti, tanto semplice quanto efficace: le gommine da cancellare. In quegli anni, la principale collezione di tutti i bambini del mondo.
Le sonorità̀ digitali del brano composto, figlie dell’elettronica e fuse con i suoni classici da orchestra d’archi, creano il contrasto visivo tra il brano musicale dalle atmosfere cupe e ricercate e il pop glam tipico di quel decennio. Un irresistibile effetto nostalgia trasversale alle varie generazioni. Profumatissimo.
Scritto e diretto dalla Rock and Synth band romana per comunicare il suo messaggio con le immagini oltre che la musica
L’idea di un telegiornale “positivo” che finalmente veicoli la “notizia” che qualcosa nel mondo stia cambiando e che stia cambiando in meglio! Questa l’idea dietro il nuovo video degli Overcardano, band “Rock and Synth” romana che accompagna l’uscita del loro secondo singolo dal titolo “Sta cambiando il vento” in uscita dal 22 marzo 2023.
Lo storyboard, il protagonista e la realizzazione del video sono tutti targati Overcardano che hanno voluto mettersi alla prova anche nella realizzazione del messaggio visivo che accompagna la canzone. Un modo per poter “parlare” anche attraverso le immagini oltre che con la musica.
Il brano trae la sua ispirazione da uno dei pezzi più importanti di Bob Dylan che parla proprio del cambiamento, per l’appunto “Times they are a-changing”. Dylan attraverso quel brano annunciava i grandi cambianti sociali e politici che sarebbero avvenuti nella società negli anni ’60 da lì a poco. “Sta cambiando il vento” è una canzone che parla di cambiamento, ma qui si tratta di cambiamenti profondi e soprattutto che avvengano in modo più personale e cioè “interiori”. Ma siamo agli inizi e questi segnali vanno amplificati e condivisi, ed è proprio questo l’obiettivo del brano.
Il punto cardine della canzone sta nel fatto che sembra iniziare a sentirsi nell’aria che qualcosa sta per cambiare, ma questo cambiamento non è ancora realmente visibile e solo alcuni sembrano percepirlo. Questo perché il cambiamento, come dice la canzone, deve essere “dentro ognuno di noi”. Quindi non si parla di mutamenti politici o sociali, ma interiori e personali, che ovviamente si riflettono nella nostra vita di tutti i giorni. Una rivoluzione senza sangue né oscurità, ma che sia dentro ognuno di noi!
Guarda il video
Per questo motivo “Sta cambiando il vento” è una “canzone di speranza” o meglio, un augurio per tutti noi che qualcosa possa veramente cambiare in meglio. Per citare direttamente la canzone: “Essere umani sarà la priorità, ognuno con il suo colore, la sua religione e la sua sessualità. Nessuno gira più la testa o fa finta di non vedere ma per la prima volta prende posizione. Non possiamo più accettare disuguaglianza e discriminazione”.
Certo sarebbe veramente bello che qualcosa di simile accadesse… e allora guardiamo il video, provando a rendere vero e reale questo augurio di cambiamento con gli Overcardano: “Sta cambiando il vento”.
In anteprima nazionale il Visual firmato dal regista Giovanni Bufalini per la commovente ballad che segna l’inizio di un nuovo percorso artistico
Il Visual Videoclip del singolo “Blow a kiss” dei Mazma Rill è il racconto minimale per immagini del regista Giovanni Bufalini, sulle piccole crepe che si aprono a volte per l’azione repentina della natura, né clemente né crudele, ma che semplicemente è rispetto alle piccole creature nella vastità che ci circonda. Paesaggi nevosi, riprese aeree e a rallentatore in contrasto con le nostre immagini e l’infinitamente piccolo, come allegoria dell’impossibilità di comprendere gli eventi naturali che ci travolgono. Quando la malinconia si scongela nel blu. La canzone racconta di un saluto, un addio, un “ci rivedremo”, con il più semplice dei gesti: un bacio soffiato. In pochi attimi il silenzio, il buio e l’amore di una vita che scivola via dal nostro destino. Un dolce gesto che fa affiorare nell’anima centinaia di ricordi con la certezza che chi abbiamo amato resterà, legato per sempre al nostro cuore. Il dramma di una perdita dinanzi alla potenza e al cinismo di una natura scatenata che pretende vite dando in cambio solamente dolore.
La band ha voluto affrontare un tema delicato rivoluzionando il proprio classico sound in una veste acustica dal forte impatto emotivo. Una interpretazione vocale del frontman Antonio Orlando in cui ha cercato di cogliere ogni minima sfumatura di una tragedia del genere. Un cantato di cuore, sofferente, dolcemente sincero e autentico. Alle chitarre distorte i Mazma Rill hanno preferito le note di un violino suonato dal bassista Luca Degl’Innocenti che dona solennità e tensione con l’aiuto di un pianoforte denso e delicato e dall’accompagnamento di un basso registrato dal batterista Ettore Saluci. Una vera rivoluzione sonora per la band che continua a sperimentare su vari generi e stili diversi senza mai però rinnegare la loro vena grunge, progressive e alternative-rock. L’ispirazione di questa ballad prende spunto dalla tragedia accaduta nel 2017 sugli appennini abruzzesi, precisamente in località Rigopiano, in cui persero la vita 29 persone, tragedia che ha scosso non solo la comunità abruzzese, ma l’intera nazione. Il cantante è stato segnato in particolare dal dramma vissuto da un uomo che ha perso la sua compagna in questo triste evento. Una perdita dolorosa, dai tratti cinici e brutali. Un amore spezzato improvvisamente sui cui regna l’impossibilità di fare qualcosa. Da lì è nata la melodia con i primi arpeggi di chitarra: è bastata una notte fredda di gennaio, le emozioni, la chitarra, ed il crepitio del fuoco di un camino per dare vita ad una canzone intensa e profonda su cui gli artisti si sono immediatamente commossi. Un motivo che li ha spinti a lasciare per un momento le dure sonorità a cui erano abituati, in cambio di una veste estremamente dolce e delicata per cercare di allievare un dolore così sconfinato. I Mazma Rill sono fermamente convinti del potere che la musica può avere sulle proprie anime, non solo per farle ballare e divertire, ma anche consolare e accarezzare, soprattutto nei momenti bui della vita. In fin dei conti, anche questo è rock.
Anteprima nazionale per il visual firmato dal regista Giovanni Bufalini
Di fronte all’idea, per celebrare il legame con la sorella Celeste, di creare un video di forte impatto per un brano che rispecchiasse il loro vissuto di questi ultimi anni, Jey ha scelto di elaborare il suo ultimo singolo “Morfeo”. L’artista canta da 17 anni, i suoi primi palchi sono state le panchine del parco, seduta a gambe incrociate intonando i versi di Noemi e Giorgia, perché nei loro ritornelli c’era sempre qualcosa di magico. Col tempo ha avuto l’onore di specializzarsi col Maestro Jose Carreras e cantando come soprano per il grande Maestro Riccardo Muti.
Jey riporta in questo progetto una serie di riflessioni personali e versi scritti dalla sorella Celeste nel singolo che darà il via al suo futuro album (in versione poli strumentale in via di stesura) legati al conflitto interiore in cui ci troviamo quando la vita ci mette alla prova aprendo le porte a storie d’amore, o meglio chiamarle sfide speciali, tra noi stessi e l’altro che ci accompagna. Questo brano ha unito l’artista a Celeste in un’unica via, dalle difficoltà affrontate in passato alle condizioni comuni di questo presente così nostalgico.
L’artista racconta
“Morfeo” è un singolo che parla di una crescita personale, di un rapporto condiviso estremamente intimo e privato, talmente potente da riuscire a cambiare tutte le carte in tavola in una relazione vissuta troppo presto, o forse parzialmente incompresa tra una “bella” e una “bestia’’. Un rapporto tanto forte quanto amaro, ma profondamente dolce nella sua impronta che non sarà mai dimenticata. Ho voluto un video come concetto Visual rispecchiando un po’ il senso della cartolina ricordo, come le vecchie immagini studiate ad hoc dal regista Giovanni Bufalini, (che ringrazio infinitamente per aver creduto nel mio progetto) per immortalare e rivivere momenti d’amore sincero, che la nostra memoria spesso nasconde per sopravvivenza. Sono riportati diversi elementi a me stretti per creare questo contorno e mettere in risalto certe parole attraverso i suoni gentilmente accompagnati dalle scenografie d’epoca del cinema americano ed italiano anni ’30,’40 e ’50 e da simboli della natura per evocare il nostro sentimento. Il progetto visual accompagna questa tematica delicata ed introversa liberando segnali forti ed incisivi di tutta la nostra passione.
“Vorrei diffondere un messaggio a tutte le mie fan: nell’amore l’incontro è più forte di ogni distacco che subiamo. Ognuno nasconde una propria luce. Dobbiamo solo scoprire l’arte che risiede in noi e in chi è al nostro fianco e trovare il coraggio di tirarla fuori accettando le perdite e le sconfitte, scoprendo finalmente la versione migliore di noi stessi.”Jey
Guarda il video
Il Visual di “Morfeo” riflette sul concetto del brano musicale, nell’unione delle due sorelle Jey e Celeste in un’unica via. Unisce la sfera colorata dell’immaginario visivo moderno con le citazioni del grande cinema Romantico degli anni ’50. Dalle difficoltà affrontate in passato alle condizioni comuni di questo presente così nostalgico, la tematica del “doppio”, nella dimensione onirica dell’amore, è più forte di ogni distacco che subiamo e ci dà il coraggio di accettare perdite e sconfitte, scoprendo finalmente la versione migliore di noi stessi. Un Visual Videoclip per la regia di Giovanni Bufalini, con il montaggio creativo di Simone Serafini, in un frullato proteico pop psichedelico assai nutriente per l’anima. Un ringraziamento particolare per la riuscita di questo progetto a mia sorella Celeste, Mei, Giulio Berghella e Cristiano Romanelli della Dcod Communication.
Il video del nuovo singolo della giovane artista Matilde G con il nuovo brano Hypocrite manda ai GenZ un messaggio di rivincita sull’ipocrisia del tradimento
Dopo il successo di Digging for Diamonds accolto dai fan con milioni di streams e views, distribuito dalla Universal Music Group, che tratta il tema attuale del tradimento in chiave reattiva.
“Io vittima di un ragazzo ipocrita? Il traditore è vittima di se stesso, delle sue bugie e meschinità. Meglio alzare i tacchi e andare oltre con forza e consapevolezza del proprio valore, che non viene determinato dai comportamenti degli altri”– afferma Matilde G – “Ho scritto Hypocrite per mandare un messaggio forte a chi è stato tradito: non vergognatevi perché il vero loser è il traditore! Prima di arrivare a questa consapevolezza sono passata attraverso esperienze dolorose che mi hanno segnata ma anche resa più forte e determinata a non permettere a nessuno di manipolarmi e farmi del male.”
Già dal primo ascolto si capisce che Hypocrite rappresenta un’ulteriore evoluzione e crescita nello stile della giovane artista, che affronta contenuti più intimi con sonorità pop più mature e articolate che ammiccano al rock. La produzione musicale della società svedese The Kennel AB valorizza sia il brano che la voce da vera popstar di Matilde G.
Il music video, accattivante e dinamico, rappresenta visivamente l’ipocrisia con un manichino ma anche con ballerini mascherati, che non mostrano il loro volto reale. La giovane artista svela la sua sensualità con la danza ma ci porta anche nel suo mondo interiore con emozionanti scene al pianoforte.
Prodotto dalla Black Bird Production, è stato girato a Singapore in diverse location tra cui la Rock Star Suite dell’Hard Rock Hotel Sentosa e lo studio della Pianoland, che hanno abbracciato il progetto mettendo a disposizione le loro location. Per i costumi Matilde G si è invece affidata a talentuosi studenti della Raffles School of Design, mentre ha voluto curare personalmente il suo make up e hair style.
Matilde G ha diciassette anni ed è una cantante Italiana che vive a Singapore. Cresciuta a Roma ha studiato canto fin da piccola ed è stata sul podio dei più importanti festival nazionali, tra cui il Tour Music Fest e il VideoFestivalLive.
Nel 2019 si è trasferita a Singapore per esigenze familiari, dove si è fatta subito conoscere cantando nei locali della città e posando come modella per fotografi asiatici. Inoltre, ha partecipato e vinto diversi talent locali tra cui il Singapore’s Got Talent e ha performato in diversi teatri asiatici tra cui il famoso Teatro di Nagoya in Giappone e lo Scape di Singapore.
Le sue canzoni pop ci raccontano la sua vita di teenager: la sua voglia di diventare una pop star in Cup Of Tea, il desiderio di lasciarsi andare ai piaceri della vita in Doorbell, un rapporto in cui non si sente valorizzata in Digging For Diamonds che ha riscosso gradimento sia su Spotify che su YouTube, con milioni di streams e views.
Ispirata da icone del pop femminile come Ariana Grande e Lady Gaga, questa artista emergente non si vergogna di mostrare il suo talento e la sua creatività quando si tratta di scalare le classifiche musicali, dove l’abbiamo vista arrivare in TOP10 portando energia giovane e aggiungendo il suo “stile Matilde G” unico e fresco alla scena del pop internazionale. Non a caso a soli 17 anni ha avuto l’attenzione di stampa come Billboard.
I brani della giovanissima artista hanno complessivamente ottenuto 5 milioni di streams su Spotify e fino a 100.000 ascoltatori mensili. Ottima anche la sua presenza su Facebook, TikTok ed Instagram, dove ha accumulato un totale di oltre 250K followers.
Nel 2021 Matilde G ha pubblicato anche due brani in Italiano, Più Ti Vivo e Lasciamo qui. Con quest’ultimo è stata ammessa alle audizioni live di fronte alla commissione artistica di Sanremo Giovani 2021, presieduta da Amadeus, dove a soli 16 anni, unica minorenne tra i 46 prescelti, ha avuto l’opportunità di farsi conoscere ed apprezzare anche in Italia.
Durante l’estate Matilde G, dagli studi della “The Kennel” in Stoccolma, ha lavorato alla produzione di cinque nuovi brani che ascolteremo nel 2023. Siamo certi saranno altrettanti successi e che li sentiremo in radio a ripetizione.
Esce su YouTube il video del nuovo singolo della rock band bresciana
“Fuori dal tempo” è un brano ispirato alla storia di Henry Molaison che, dopo essere stato sottoposto ad un’operazione all’ippocampo, non riuscì più ad immagazzinare ricordi. Legandosi a questo fatto, il messaggio di fondo del testo sottolinea l’importanza della memoria nella formazione dell’identità personale e nelle relazioni con gli altri. Senza la possibilità di immagazzinare ricordi è molto difficile creare una propria identità e quindi vivere una vita sociale soddisfacente, ritrovandosi per forza di cose “fuori dal tempo”.
Il videoclip, realizzato da Mauri Epis e Giovanni Zanotti (Latte&menta), racconta la relazione affettiva tra due ragazze, interpretate da Giulia Casotto e Claudia Saini.
Dopo un evento traumatico riguardante una delle due, varie conseguenze si ripercuotono sulla vita dell’altra che non è più non è più in grado di visualizzare in maniera lucida i ricordi (o forse decide volutamente di cancellarli come metodo di autodifesa per proteggersi dal dolore).
Un brano contro la violenza con il patrocinio di CGIL Milano
Il rock per non lasciarsi andare alla paura e urlare la voglia di non sentirsi più “sbagliate”. È una collaborazione d’eccezione quella fra la rock band al femminile e l’energica Jo Squillo, unite per parlare con forza ed energia di violenza sulle donne.
“Non sei sola” nasce nel tentativo di cancellare la paura e la frustrazione di sentirsi colpevole e inadeguata, in una parola vittima.
La reazione a tutto questo è nelle chitarre a pieno volume, nella cassa intensa che batte incessante e nella voce che urla con quanta forza ha in petto.
I ricavati di questo progetto saranno devoluti all’associazione Wall of Dolls che si occupa di sostenere le donne vittime di violenze.
«È un brano che vuole esprimere il punto di vista di chi subisce una violenza, piccola o grande che sia, e della difficoltà di reagire e superarla». Bambole di pezza
«È fondamentale sostenere le donne che subiscono violenza in qualsiasi modo, e la musica è un mezzo molto potente per farlo». Jo Squillo
Le Bambole di pezza sono una nota rock punk band milanese con una formazione totalmente femminile. Hanno pubblicato i dischi” Crash Me” per Tube Record e “Strike” per Alternative Produzioni. Dopo qualche anno di silenzio sono tornate in attività con una formazione rinnovata e nel 2022 han pubblicato i singoli “Favole (mi hai rotto il caxxo)” e “Rumore”, cover del celebre brano di Raffaella Carrà. I videoclip dei loro singoli sono stati mandati in rotazione dai maggiori canali televisivi musicali italiani. Sono state ospiti di MTV, Rock TV, All Music, LA7.
Hanno partecipato alla serie televisiva L’ispettore Coliandro. Hanno all’attivo centinaia di concerti su tutto il territorio italiano, coinvolgendo il pubblico con la loro attitudine energica.
La band è sempre stata impegnata su tematiche legate al tema gender equality, contro il sessismo e la violenza, e per le pari opportunità.
JO SQUILLO
Jo Squillo è una cantautrice, conduttrice televisiva e attivista italiana.
Affermatasi in un primo momento come esponente della musica punk rock insieme alle Kandeggina Gang, si è progressivamente spostata verso la dance pop ottenendo un forte successo con il brano. Siamo donne, presentato al Festival di Sanremo 1991 insieme a Sabrina Salerno. Negli anni ’90 ha avviato una carriera anche nel mondo della televisione, conducendo o partecipando a vario titolo a numerose trasmissioni nel corso degli anni. Negli anni 2000 ha fondato un canale satellitare chiamato Class TV Moda. Fin dagli inizi della sua carriera è stata inoltre attivista per svariate tematiche, tra cui femminismo ed ecologismo. Sua è anche l’iniziativa “Wall of Dolls” – “Il Muro delle Bambole” contro il femminicidio. Si tratta di un’installazione permanente che riprende un’antica tradizione indiana per cui ogni volta che una donna subisce violenza, una bambola viene affissa sulla porta della sua casa. “Il Muro delle Bambole” oggi è anche a Roma, Genova, Venezia, Brescia, Trieste, Portogruaro ed in tantissime altre città italiane.
Un videoclip narrativo dalle tinte cinematografiche scritto e diretto dal regista Giovanni Bufalini
Venerdì 11 novembre si è svolta l’anteprima nazionale del videoclip narrativo della “Ballata di Tiburzi” presso Fondazione per il Centro Studi “Città di Orvieto” alla presenza di una sala gremita, dinanzi alle autorità politiche e civili come i rispettivi Sindaci di Orvieto e di Farnese. L’evento è stato ripreso anche dalla Redazione del TG RAI e sul web è stato pubblicato con esclusiva dall’importante e nazionale portale del MEI. La “Ballata di Tiburzi”, parole e musica di Silvana Pampanini è stata presentata nella versione inedita del gruppo Folk orvietano “Duo La Merla” di Michele Silvestri e Fabio Whiskey Forbicioni.
Il videoclip racconta in breve la leggenda del celebre brigante maremmano Domenico Tiburzi, in una versione romantica dei fatti storici. È prodotto dalla Fondazione Centro Studi per la “Città di Orvieto”, è scritto e diretto dal regista Giovanni Bufalini e vede la partecipazione di attori esordienti come Fabrizio Gentili, Michele Arena e Rachele Astolfi, nel solco della migliore tradizione neorealista. Un racconto cinematografico reso ancor più simbolico dall’utilizzo del rallenty e della fotografia in bianco e nero. La storia romantica di un Robin Hood di Maremma, con la sua banda di fuorilegge alla fine dell‘ 800. Una ballata classica che si sposa bene con una messa in scena allegorica nella bellissima cornice della Selva del Lamone, alle porte di Farnese sulla via dei Briganti.
La figura di Domenico Tiburzi, il più famoso esponente del brigantaggio in maremma, trova la sua fama e la sua leggenda tra le popolazioni povere dell’epoca. Veniva molto amato dalla sua popolazione poiché intendeva difendere la giustizia dai soprusi di uno stato poco presente per quel ceto sociale e soprattutto dai grandi proprietari terrieri che in quel tempo regnavano incontrastati.
Questo il motivo che lo ha portato ad essere per l’epoca una celebrità e nel tempo le sue storie si sono arricchite di fascino e di mistero fino ad arrivare ai giorni nostri, dopo oltre due secoli. Ad oggi sono molte le storie e i racconti che ripercorrono le sue gesta, di più ancora le canzoni come quella della cantautrice popolare Silvana Pampanini che ne parla in maniera eroica e romantica, descrivendolo come custode e protettore della sua terra, la maremma, ormai abbandonata e desolata; nonché regolatore di conti e giustiziere dalla parte dei poveri.
Nel brano, osannando le sue gesta diventerà eroe e martire della povera gente.
Il perseverare del Duo nel riportare alla luce i vecchi brani, le musiche antiche, le ballate e le storie popolari del proprio territorio, ha portato alla scoperta della “Ballata di Tiburzi” della cantautrice folk Silvana Pampanini, che lei stessa cantò in una versione a cappella per il film “Tiburzi”, regia di Paolo Benvenuti del 1996. Questa versione è quella che ha suscitato più interesse tra i due componenti in quanto essendo priva di base musicale ha portato la band di fronte alla sfida di reinterpretare secondo il proprio stile e la propria chiave musicale il suddetto brano.
È stato divertente partire da una base tangheggiante di fisarmonica, dove l’uso dei bassi originali della stessa, enfatizzano l’intero brano nelle sue parti più coinvolgenti.
Di altissimo livello è soprattutto la parte di chitarra di Raffaele Spanetta, abituale collaboratore e carissimo amico della band, che riesce a far intersecare il suono delle sue corde tra gli accordi della fisarmonica in modo molto sapiente e fantasioso al tempo stesso, creando un connubio perfetto. Le percussioni danno un movimento più allegro e vivace rispetto alla versione originale, mentre invece per la parte cantata è stato puro coinvolgimento nel lasciarsi trasportare dalla melodia del brano.
Il Duo Folkloristico “La Merla” nasce dal genio di due artisti che hanno in comune la passione per la musica e le tradizioni popolari. Fabio Forbicioni in arte “Whiskey” e Michele Silvestri in arte “Lo Stornellatore” sono i componenti della band. Negli oltre dieci anni di attività il gruppo ha costantemente cercato di riportare alla memoria le antiche tradizioni popolari musicali del proprio territorio, l’Umbria e in particolare l’Orvietano, andando alla ricerca di musiche folkloristiche oggi dimenticate, ma facenti parte del patrimonio regionale ed italiano. Le sonorità del Duo sono rappresentate principalmente dalla fisarmonica di Fabio che suona con passione ormai da oltre trent’anni, accompagnandosi spesso con piccole percussioni. Alla voce invece abbiamo Michele. La particolarità del Duo “La Merla” è quella di riproporre musica popolare in chiave completamente acustica, senza l’ausilio di attrezzature digitali e basi musicali nella più sincera tradizione popolare. Vanta numerosissimi concerti live e un disco autoprodotto nel 2017 di canzoni inedite in chiave blues rigorosamente in dialetto “orvietano”, con la collaborazione di prestigiosi musicisti e amici della band che si intitola “Sente che vento jaccio”.
L’anteprima nazionale del videoclip del cantautore abruzzese su Sky Tg24
“Fermo Immagine” è il primo singolo estratto dall’ultimo EP che presto vedrà la luce. Un lavoro frutto di sacrifici, amicizie e un’anima totalmente dedita alla musica.
Mezzalibbra non è solo il nome d’arte dell’artista, ma una vera e propria identità che racchiude tutto il suo essere, nei suoi pregi, ma soprattutto difetti. Un accettarsi dopo lunghe sfide, cercando sempre di migliorare sé stesso, mantenendo sempre nel cuore la propria e umile unicità. “Un progetto discografico avviato ormai da anni che continua a donarmi gioie e che permette di conoscere sempre nuove anime affini alla mia.” Ma ahimè a volte nel cammino della vita capita di cadere e rimanere intrappolati in dei loop a cui difficilmente si riesce a uscirne fuori. Ed è proprio così che nasce “Fermo Immagine”.
Il videoclip, che porta la firma di Manuel Guaglianone alla regia, rappresenta la volontà del cantautore di non voler cancellare la memoria di qualcosa che è successo nel passato, provando a tenersi stretto i ricordi degli ultimi istanti passati insieme alla persona amata, anche i più piccoli dettagli. Nonostante sia qualcosa che ha fatto male e continua a far male in maniera crescente ogni volta che ci si pensa, come simboleggia anche il simbolo che pian piano prende forma sotto l’occhio sinistro dell’artista, si cerca di ripercorrere quei momenti catturandoli in dei fermo immagine che si porteranno sempre dietro.
Tuttavia, l’acqua all’inizio del video rimanda al contrasto tra il desiderio di ripulirsi dalla cicatrice lasciata dalla rottura del rapporto e il bisogno di ricordare ancora per paura di affrontare nuovamente una realtà senza la propria amata. Alla fine del video è evidente la rassegnazione che vuole voltare le spalle al loop temporale in cui si è rimasti bloccati, cercando ancora una volta di togliersi quella cicatrice rimasta sotto l’occhio, ma che si sa già tornerà sempre.
“Fermo Immagine” è il quarto singolo del cantautore abruzzese, che si avvale della produzione artistica di Cristiano Romanelli (UMMO) e racchiude un nuovo inizio, un’avventura che si spera si possa vivere ancora per molto.
È un pezzo che descrive i postumi di un amore finito, ma che torna sempre in mente in maniera inevitabile e prepotente. Una perdita consapevole, ma non senza rimpianti. Una ballad pop caratterizzata da sfumature rock che racconta la passione ancora fortemente accesa ma ostacolata dall’incompatibilità dei due amanti. La canzone attraverso il suo testo descrive i tre stadi della fine di una relazione: nella prima strofa c’è il litigio che porta con sé i reali motivi della rottura. Nella seconda strofa è presentato il bisogno fisico, colmato solo dal corpo della persona amata. Nella parte finale, infine, sono riportate la consapevolezza e la rassegnazione ma che non cancellano del tutto il ricordo così forte dell’amore consumato. “Ho scritto “Fermo Immagine” lasciando scorrere da sola la penna sul foglio, nonostante l’idea di partenza fosse diversa. Avrei voluto scrivere una canzone sulla perdita di me stesso, ma poi quasi di getto, ne è uscito un testo sul non ritrovarsi dopo l’allontanamento di qualcun altro, descrivendone la sensazione di smarrimento e di confusione. Emozioni dovute ad una rottura (non del tutto voluta) con una persona che è diventata un tassello importante nel mosaico della propria esistenza.”